Stage e Tirocini Formativi

Lo stage (attenzione alla sua pronuncia: è una parola francese) o tirocinio è uno strumento che ha l’obiettivo di formare e facilitare l’ingresso in azienda dei lavoratori. Non è di un rapporto di lavoro e non prevede retribuzione (eventualmente un rimborso spese o una borsa lavoro). Si tratta di un investimento sul breve periodo.

Il tirocinio rappresenta quindi un’esperienza formativa temporanea pratica, “on the job”, che ha lo scopo di permetterci di sperimentare una realtà lavorativa che potrebbe sfociare in un inserimento lavorativo

La materia ha visto negli ultimi anni un susseguirsi di normative sui tirocini, in ogni caso la sua realizzazione presuppone una convenzione tra un ente promotore (servizi per l’impiego, altri operatori accreditati ai servizi per il lavoro e la formazione professionale, università, istituzioni scolastiche, aziende sanitarie locali tramite i loro servizi di integrazione lavorativa (sil), cooperative sociali di tipo A) e un soggetto ospitante (azienda, studio professionale, cooperativa, ente pubblico) con la redazione di un progetto formativo che viene firmato da entrambi.

Aggiornato ed esaustivo il sito della Regione Veneto in cui vengono approfondite forme e aspetti normativi dei tirocini extracurriculari
http://www.regione.veneto.it/web/lavoro/tirocini

Lo stage è consigliato soprattutto ai giovani perché consente di capire loro che tipo di professione desiderano fare, in quale settore sono interessati ad inserirsi, in quali funzioni/ruoli si vorrebbe operare.
Spesso si tratta un periodo di reciproca conoscenza, trasformandosi in un secondo momento in un’assunzione vera e propria. Negli altri casi diviene un’esperienza da raccontare nel proprio curriculum che nel caso di giovani manca spesso di eventi professionali significativi. Non vediamolo come “una perdita di tempo”.

La possibilità che lo stage offre all’azienda di conoscere, di “provare” il giovane per osservare come si muove, come impara, come si inserisce, è una grande opportunità, ma occorre anche controllare che questo non divenga un cinico “usa e getta” di risorse competenti e volenterose a costo zero, che incrina la fiducia dei giovani verso le aziende, rendendoli poi disincantati e delusi.

Il tirocinio intende offrire, a chi ha appena terminato gli studi ed è all’inizio della sua vita lavorativa, l’opportunità di avvicinarsi al mondo del lavoro attraverso un periodo di permanenza in azienda. In questo periodo il giovane ha modo di conoscere direttamente il mondo del lavoro, la mentalità che è necessario acquisire per muoversi in un contesto professionale, inoltre ha l’opportunità di acquisire quelle competenze trasversali (ad esempio abilità relazionali, di problem solving, di mediazione, ecc) che favoriscono la sua maturità professionale.
Uno dei requisiti fondamentali per poter trarre il massimo da questa esperienza è la disponibilità ad imparare, il senso critico (cioè considerare molte variabili ed elementi di un contesto e saper analizzare da più punti di vista una certa situazione) e l’umiltà.

Il compenso che l’azienda “paga” al tirocinante è la “formazione” – quindi denunciamo quei tirocini in cui l’azienda approfitta del giovane per sistemare tutto l’archivio dei documenti emessi negli ultimi 10 anni… dimostra di non essere interessata alle nostre capacità e di non avere nessuna intenzione di formarci per inserirci nel suo organico –  anche se può prevedere un rimborso spese

Riporto qui di seguito alcune parti tratte dal testo “Fare stage in azienda” – tascabili Il sole 24 ore

LE REGOLE PER GIOCARSI BENE LO STAGE

Le “dieci esse” del successo

Solarità, sorridere, salutare qualità che rivelano ottimismo ed equilibrio

Sintonia entrare in contatto, cioè sincronizzarsi con l’altro, ascoltandolo con attenzione

Serietà assumere un comportamento professionale e aziendale (comportarsi come se fossimo dipendenti di quell’azienda, quindi puntualità, disponibilità, ma anche atteggiamenti congrui: abbigliamento e linguaggio consoni, ecc.)

Spirito d’iniziativa avere comportamenti proattivi e non solo esecutivi, fare domande per apprendere quello che non è chiaro

Sincerità non inventarsi competenze che non si possiedono, evitare di scaricare le proprie responsabilità su altre persone o di lasciarsi coinvolgere in pettegolezzi

Soldi non sono l’obiettivo dello stage quindi non puntare a questo aspetto

Sicurezza e successo la sicurezza di essere assunti non esiste ma un atteggiamento vittimistico e polemico garantirà di non essere neppure considerati. Il successo dello stage è crescere professionalmente, un cambiamento che sarà senz’altro apprezzato. 

I sette comandamenti dello stage

1. Sfruttare ogni opportunità di stage offerta (purchè corretta e chiara nei suoi obiettivi, finalità e modalità)

2. L’esperienza all’estero è molto formativa e ha forte valore sul mercato del lavoro

3. Non viverlo come fosse il lavoro della tua vita ma come un’opportunità di crescita 

4. Sii curioso per comprendere le regole “non scritte”, implicite. Ascolta e osserva molto.

5. Sii disponibile e collaborativo (assolutamente non competitivo)

6. Non considerarti indispensabile poiché l’azienda sta valutando se investire su di te

7. Non pensare di aver trovato la via per arricchirti poiché l’unico investimento che stiamo facendo è su noi stessi.